HAPPY BIRTHDAY

 

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Kirk Douglas, nato Issur Danielovitch Demsky, attore e produttore cinematografico statunitense, con oltre 90 film girati, oggi 9 dicembre, taglia un incredibile traguardo e festeggia un secolo di vita.

E’ stato  Ulisse, Spartacus, il fiociniere Ned Land in 20 mila Leghe Sotto i Mari, il pugile Midge Kelly ne Il Grande Campione, il Colonello Dax in Orizzonti di Gloria, il pittore olandese Vincent van Gogh, ma soprattutto è stato ed è un grande uomo, un grande attore,  l’ultima grande star di Hollywood.

Auguri!!!

“Amatemi o odiatemi, ma non siate indifferenti.” 

 

L’allegra brigata de…. I soliti ignoti

I soliti ignoti è un film diretto  nel lontano 1958 da Mario Monicelli, uno dei padri indiscussi della commedia all’italiana, che sotto la sua fulgida regia ha riunito un nutrito cast di attori, che complice una sceneggiatura frizzante e divertente, ci ha regalato un film da antologia, ricco di gag, battute irresistibili e tante, tante risate.

La storia si svolge nella Roma degli anni cinquanta, dove un manipolo di ladruncoli, tenta il colpo gobbo.

Grazie a un raggiro ai danni di Cosimo Proietti (Memmo Carotenuto), detenuto nel carcere di Regina Coeli,  Peppe detto “er Pantera”, un pugile da quattro soldi, apprende che è possibile effettuare un colpo facile, facile al Monte di Pietà.

Una volta fuori dal carcere e reclutata la banda,  composta dai migliori  professionisti in campo malavitoso ossia Capannelle,  Ferribotte,  Mario e Tiberio il fotografo, a Peppe non resta che rendere operativo  l’infallibile piano e mettere le mani sull’agognato bottino.

Il colpo però fallisce e  finisce sui giornali, perchè dopo aver forzato finestre, smontato porte, spostato mobili e sfondato un  muro di sfoglia,  la ghenga si ritrova nella cucina di un appartamento,  tutti intorno ad un tavolo, a  mangiare nientepopodimeno che pasta e ceci.

LA BANDA

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Giuseppe Baiocchi, detto “Peppe er Pantera” (Vittorio Gassman), giovanotto atletico dalle belle speranze,  di professione fa il  pugile, peccato che alla “prima ciavattata” va inesorabilmente giù, al tappeto. E’ la mente della gang criminosa.

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Tiberio Braschi (Marcello Mastroianni) il fotografo, con tanto di pupo al seguito (la moglie è momentaneamente al “fresco” pizzicata in flagranza di reato per contrabbando di sigarette), metterà al servizio del gruppo, tutte le sue abilità tecnico-professionali per la riuscita del sensazionale sgobbo.

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Mario Angeletti (Renato Salvatori), il ladruncolo dal cuore d’oro e dagli inconfutabili  valori morali impartitegli da  “mammà”, partecipa entusiasta ad ogni singola fase del piano,   poi in preda ai dubbi, vi rinuncerà.

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Michele Nicosia detto “Ferribotte” (Tiberio Murgia), tipico siciliano taciturno, ma dalle comprovate capacità  e  competenze lavorative, è il valore aggiunto, l’uomo che non dovrebbe mai mancare in una banda degna di rispetto.

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Pierluigi Capannelle (Carlo Pisacane) dall’insolita mise e dall’incontenibile e perenne fame, tant’è vero che nei momenti più cupi s’attacca pure ai Pavesini der pupo de Tiberio,   è il veterano del gruppo, l’abile palo,  il ladro di lungo corso.

 

IL MAESTRO

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Dante Cruciani (Totò) nell’ambiente criminale è conosciuto da tutti. E’ un rinomato e consumato scassinatore in “forzato”  riposo, che in veste di consulente, elargisce e dispensa preziose lezioni alla banda in vista del colpaccio.

LE DONNE

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Nicoletta (Carla Gravina) è una servetta oggetto di serrate avances da parte di Peppe. Lo scopo è quello di sottrarle  le chiavi dell’appartamento dove lavora e da qui, abbattendo un semplice muro,  raggiungere il Monte di pietà, dove all’interno si erge in tutta la sua bellezza la “commare” (la cassaforte, in gergo criminale) piena di milioni.

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Carmelina Nicosia (Claudia Cardinale)  sorella minore di Ferribotte, per volere del fratello sta sempre chiusa in casa come un “oracolo”. Fidanzata con uno del Nord, un abruzzese, con il  tempo scoprirà di amare lo sfaccendato Mario.

IL MONTE DEI PEGNI, L’OGGETTO DEL DESIDERIO

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LA BANDA DURANTE LA  COMPLICATA E ARDUA FASE LAVORATIVA

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IL BOTTINO FINALE

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 I TITOLI SUI GIORNALI E LA FAMA 

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Fantozzi ragionier Ugo matricola 1008/bis

 

Fantozzi, è un film del 1975 diretto da Luciano Salce che, narra le tragico comiche avventure dell’umile e sventurato ragioniere Ugo Fantozzi alle prese con un trantran fatto di casa, lavoro, moglie, figlia e  qualche rara distrazione, con pochi e fidati amici.

Ma chi è veramente costui?

E’ il classico italiano medio, la rappresentazione dell’uomo servile e ossequioso, succube ad ogni forma di potere,  incapace di reagire alle ingiustizie subite, dalla vita semplice e mediocre e  alla continua  ricerca di un  riscatto personale.

E’ sposato con la signora Pina, casalinga dalla bellezza precocemente sfiorita, dedita unicamente ad accudire il marito e la figlia Mariangela, una bambina mostruosamente orrenda, dalle sembianze scimmiesche, tant’è vero, che il rag. Fantozzi, spesso la apostrofa come “babbuina” e non come bambina e si spaventa quando, improvvisamente, se la ritrova davanti.

Privo di particolari abilità professionali, che lo  mettano in luce all’interno della megaditta presso cui lavora, Fantozzi quotidianamente, deve difendersi non solo dalle improbabili richieste di capi esigenti, ma anche dagli scherzi feroci di colleghi arrivisti e senza scrupoli e nota dolente, non riesce a sottrarsi alle strambe e singolari iniziative del rag. Filini dell’Ufficio sinistri o a quelle ancor più bislacche, di  superiori  con il pallino del biliardo.

A portare un flebile raggio di sole, nelle tristi e tediose giornate lavorative, e a rompere la monotonia di un ordinarietà oramai consolidata,  la presenza della signorina Silvani,  una collega di cui il ragioniere  Ugo è segretamente e perdutamente innamorato.

 

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 Il ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio)

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 Pina, la moglie fedele e rispettosa (Liù Bosisio)

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L’orripilante figlia Mariangela (Plinio Fernando)

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Il ragionier geometra Renzo Silvio Filini (Gigi Reder), l’organizzatore folle di improbabili manifestazioni

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La signorina Silvani (Anna Mazzamauro), l’amore segreto del ragionier Fantozzi

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Il geometra Luciano Calboni (Giuseppe Anatrelli), collega di lavoro arrivista  e impenitente donnaiolo

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In un momento di relax con i colleghi di lavoro, nella mitica partita di calcetto, scapoli e ammogliati,  organizzata dalla premiata ditta “Filini”

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Fantozzi con famiglia e colleghi, festeggia il  veglione di Capodanno, organizzato dal solito Filini, in un freddo e squallido scantinato

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con l’On. Cav. Conte Diego Catellani (Renato Mori) in una “tragica” ed “estenuante” partita di biliardo

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Il Megadirettore Galattico (Paolo Paoloni) della società  ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica

 

 

 

 

 

Il fantastico mondo di…. Grease

Anni cinquanta o giù di lì.

Nelle maggiori radio impazza Hound Dog,  un  motivetto rock’n’roll cantato da Elvis Presley, un giovane talentuoso che negli anni a venire farà molto parlare di sé.

Al cinema si assiste alla consacrazione di Marlon Brando, il duro dal cuore d’oro protagonista de “Il Selvaggio”.

Sulle copertine dei magazine, impettite e procaci pin-up, ammiccano sorridenti irrompendo  nell’immaginario maschile turbandone  sogni e alimentando inconfessabili desideri.

La moda detta regole di buon gusto ed eleganza  e gli outfit per le mise dell’uomo e della donna sono all’insegna di uno stile classico ed impeccabile,  mentre per i giovani si assiste ad un  fiorire di gonne a ruota, golfini bon ton, ballerine per le ragazze,  blue-jeans,  t-shirt e  giubbotti di pelle nera per i ragazzi.

Poi, poi … ci sono i sogni e le prospettive per un futuro migliore, gli amici, i primi sussulti d’amore, le gare automobilistiche, il ballo di fine anno, il tanto sospirato diploma ….. e poi, poi  c’è Grease il musical più bello e divertente di tutti i tempi che ha cercato, con la sua dirompente allegria, di descrivere l’epoca semplice e spensierata dei mitici anni cinquanta.

Danny, Sandy, i T-Birds, le Pink Ladies e tutta l’allegra brigata fanno di questo film un piccolo capolavoro, che ad ogni passaggio televisivo diverte e affascina  grandi e piccoli, dando dimostrazione di non essere invecchiato (il film risale al 1978)  ma di essere ancora fresco, giovane e vitale.

Nelle immagini sottostanti i personaggi e gli interpreti di questo bellissimo film.

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John Travolta: Danny Zuko, lo sciupafemmine

 

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Olivia Newton-John: Sandy Olsson,  la signorina buone maniere

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Stockard Channing: Betty Rizzo, l’anticonvenzionale e grintosa antagonista di Sandy

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Jeff Conaway: Kenickie, l’amico fraterno di Danny

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Gli amici, i T-Birds

   Barry Pearl: Doody    Michael Tucci: Sonny    Kelly Ward: Putzie

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Le amiche, le Pink Ladies

   Didi Conn: Frenchy    Dinah Manoff: Marty Maraschino    Jamie Donnelly: Jan

 

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La scuola:  Rydell High School

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Il corpo docente

 

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Il ballo di fine anno

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La gara automobilistica

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Il bello dell’amicizia

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L’amore è una cosa meravigliosa

Ciao Gene

Oggi è un giorno triste.

Ad 83 anni  dopo una lunga malattia è scomparso Gene Wilder.

L’attore, regista, sceneggiatore e scrittore statunitense, uno dei più amati di tutti i tempi,   era noto in tutto il mondo per aver interpretato dei ruoli che sono entrati nell’immaginario collettivo, primi fra tutti Willy Wonka nel film del 1971 “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” e poi il Dr. Frederick Frankenstein in “Frankestein Junior” film del 1974 diretto da Mel Brooks, che lo ha definitivamente consacrato attore comico a tutto tondo.

Il grande interprete ci ha fatto divertire tanto, la sua comicità non è mai stata volgare o sopra le righe, ma sottile e pungente nel modo di vedere  e interpretare le cose,  inoltre mimica, gag e un fare un po’ stralunato, ci hanno regalato momenti di comicità esplosiva e dirompente.

Un senso di commozione  e di umana partecipazione ci pervade, ma solo momentaneamente, perché il grande Wilder, ci piace ricordarlo così.

Il mio nome è Bond …. James Bond

 

 

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James Bond è il protagonista di una serie di romanzi dello scrittore britannico Ian Fleming, che con alterne fortune è stato portato sullo schermo ben ventiquattro volte ed interpretato da sei attori che di volta in volta hanno regalato all’agente segreto più famoso del mondo, qualche tassello in più, rendendolo con il tempo, un po’ come succede per il vino buono,  migliore, unico e singolare.

Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan o Daniel Craig chi fra questi sei attori ha  interpretato meglio James Bond?

Ecco, secondo il mio modesto parere, chi ha contribuito più di chiunque altro a dare anima e corpo a un personaggio che,  in  cinquant’anni di onorata carriera al servizio di sua maestà, ha appassionato e nutrito un  folto pubblico, con coinvolgenti e strabilianti avventure.

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Sean Connery, ha raggiunto la notorietà grazie a questo personaggio, del quale è stato il primo grande interprete cinematografico, diventando a furor di popolo una vera e propria icona, l’agente segreto per antonomasia. Il suo contributo? Bellezza, prestanza fisica e seduzione, un vero e proprio “guascone” con tanti vizi, poche virtù  e un amore incondizionato per le belle donne e le missioni da portare a termine.

 

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Roger Moore  è stato il terzo interprete (dopo Sean Connery e George Lazenby) di James Bond, con un attivo di sette pellicole,  interpretate dal  1973 al 1985. L’attore senza dubbio ha ereditato un ruolo difficile  e cercando di non sfigurare di fronte all’illustre predecessore, ha contribuito  oltre che con una misurata bravura, anche con  classe ed eleganza, ad aggiungere qualche ingrediente in più, per rendere ancora più appetitoso un personaggio già rodato e dall’ingranaggio perfettamente funzionante.

 

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Daniel Craig il rude, il granitico  è il sesto e ultimo attore ad interpretare l’agente 007 e, anche lui, dimostrando di essere al passo con i suoi predecessori regala al personaggio forza, temperamento e azione,  lanciandosi in pericolosi e rocamboleschi inseguimenti, in furiosi e violenti  corpo a corpo con il cattivo di turno, senza dimenticare di passare con la consueta bond-girl, qualche momento di  travolgente e appassionata notte  d’amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…. far ridere è un’arte

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Febbre da cavallo, film del 1976, diretto da Steno, al primo colpo  può sembrare il classi b-movie, ma dopo varie e attente riletture visive,  vi assicuro, è un cult-movie, che non dovrebbe assolutamente mancare in una cineteca degna di rispetto.

E’ spassoso, divertente e si avvale della complicità di un cast corale tra cui spiccano  Gigi Proietti ed Enrico Montesano, a dir poco fenomenali nei ruoli a loro assegnati.

Proietti   è Bruno Fioretti detto  ‘Mandrake’, attoruncolo da quattro soldi spalleggiato da Montesano alias Armando Pelliccia, per gli amici “Er pomata” ex fantino nonché suo compagno di avventura e sventura. Scannati, perennemente senza soldi, vivono di piccole truffe ed espedienti, il tutto “pè svortà na volta pè tutte”, ossia fare il cosiddetto salto di qualità, con pochi sforzi e poco impegno, puntando finalmente sul cavallo giusto e non più su Mon Amour, Antonello da Messina o Paganini  i soliti brocchi paralitici.

Oltre ai due grandi attori citati, è doveroso ricordare anche gli altri interpreti, che hanno reso questo strabiliante film, un gioiello di comicità,  quindi in ordine sparso:

Catherine Spaak è Gabriella la ragazza di Mandrake

Mario Carotenuto è l’avvocato De Marchis nonché il  proprietario di Soldatino

Adolfo Celi è  il presidente del tribunale anche lui vittima della “febbre da cavallo”

Francesco De Rosa è Felice Roversi, parcheggiatore abusivo a tempo  perso e amico di Mandrake  e der Pomata

Nikki Gentile è Mafalda amica, indossatrice molto, molto particolare e a volte compagna di improbabili sfilate con Mandrake

Marina Confalone è Giuliana, la sorella der Pomata soprannominata “Tornado”, il vento che uccide a causa del suo terribile alito

Ennio Antonelli è il macellaio Otello Rinaldi detto “Manzotin”

Una delle tante battute tra Armando Pelliccia, ‘Er Pomata’ (Enrico Montesano) e Bruno Fioretti, ‘Mandrake’ (Luigi Proietti)

Mandrake:  “Un mestiere ce lo’. Io c’ho un mestiere, che adesso non faccio per vantarmi, ma se non ero un fregnone a quest’ora il sottoscritto poteva essere un attore de grido sai soltanto con il mio sorriso maggico potevo sfonna’. Fatte conto un Dusti Ofman …, Steve Mequeen…, Ar Pacino..
Er Pomata: E chesso’? cavalli.
Mandrake: No so fantini.
Er Pomata: E allora checce frega?

L’instancabile Tom

Tom Hardy è un attore britannico che ho avuto modo di conoscere, cinematograficamente parlando,  vedendolo recitare in Cime tempestose, una produzione televisiva del 2009 targata BBC, in cui è il protagonista di  una tumultuosa e distruttiva passione amorosa.

Con il tempo, ho avuto modo di apprezzare la sua bravura, guardando alcuni film, dove, tranne rari casi, sono rimasta visibilmente entusiasta delle sue performance attoriali.

La sua recitazione è essenziale, credibile, pura forza dirompente, i ruoli che gli sono stati offerti, se li è cuciti addosso come un vestito, sfoggiando di volta in volta, la capacità di distinguersi da uomo bieco e odioso a  solitario autista, da pericoloso criminale a severo ufficiale sovietico  e via discorrendo.

Di seguito, un piccolo campionario di film, tutti visti, che a mio modesto parere, esaltano le brillanti doti di questo astro nascente della cinematografia internazionale.

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  Warrior, regia di Gavin O’Connor (2011)

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 Lawless, regia di John Hillcoat (2012)

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Locke, regia di Steven Knight (2013)

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Child 44 – Il bambino numero 44 (Child 44), regia di Daniel Espinosa (2015)

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Legend, regia di Brian Helgeland (2015)

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Revenant – Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu (2015)

Murnau… il male che viene da lontano

Cupo, fosco, inquietante  sto parlando di “Nosferatu il vampiro”, film diretto nel lontano 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau, considerato dagli addetti ai lavori uno dei capisaldi del cinema horror e del cinema espressionista tedesco.

Murnau all’epoca, per portare sullo schermo il romanzo “Dracula” di Bram Stoker, dovette cambiare titolo, nomi dei personaggi e località, ma tutto questo non servì ad evitargli il processo per violazione del diritto di autore, vinta dagli eredi di Stoker e la successiva condanna che gli impose la distruzione di tutte le copie della pellicola, tranne quella salvata miracolosamente dallo stesso regista e giunta sino a noi.

In questo film,  il cineasta tedesco  attraverso un sapiente utilizzo di scenografie, inquadrature ad hoc, contrasti di  luce e ombra, consegna ai posteri una pellicola in cui fotogramma per fotogramma,  rappresenta  un mondo  dominato da ansie e paure, dove a regnare è  l’universo delle creature del male che, con fare  minaccioso,  invade  il mondo dei vivi.

Nosferatu non è mai mostrato nell’atto di toccare le sue vittime, è sempre e solo la sua ombra spettrale, ora quella della  sua figura contorta, ora quella della sua mano artigliata,   ad aggredire i  corpi,  ad attanagliare i cuori,  in un vortice di crescente paura.

Spazi e ambienti sono pregni della presenza demoniaca del non-morto,  solo il sacrificio di Hellen,  nel momento in cui decide di affrontare il male, fronteggiandolo  con audacia   e coraggio,  ristabilirà  l’equilibrio iniziale.

 

L’arte di fare cinema

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Borotalco è il terzo film diretto e interpretato da Carlo Verdone dopo Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone.

Come avrebbe apostrofato il compianto Mario Brega, la pellicola  “E’ ‘n zucchero!” e si avvale della collaborazione di una nutrita schiera di attori, ognuno di loro chiamato a interpretare e  a caratterizzare nel modo di fare e di essere, personaggi unici e bizzarri, con battute singolari passate alla storia del cinema,  rendendo questo film   un  piccolo gioiello della commedia italiana.

Personalmente ho visto “Borotalco” un’infinità di volte e a causa di questa smodata passione ho stilato una classifica delle gag più allegre ed esilaranti, che secondo me, rappresentano al meglio l’intelaiatura del film, sottolineando la capacità di far divertire con disimpegno e  leggerezza.

Mi rivolgo infine a chi abbia l’incoscienza di imbattersi  nella lettura di queste poche righe, chiedendo di votare, confermare  o ribaltare un personale punto di vista.

Assaggia st’olive, so greche

2 Marcello e Sergio balletto

3 Cargo battente bandiera liberiana

4 Pure con le negre 

5 Sergio/Manuel e Nadia al mare